| Questo è il racconto di una mia esperienza, una visione che ebbi durante uno di quelli che io definisco “viaggi sciamanici”. Non ho mai descritto letteralmente una mia esperienza, poiché prima di tutto credo nei tramandamenti orali dei concetti e delle esperienze, per restare attaccato a questa antica usanza tanto cara a chi, a sua volta, mi insegnò parte di quello che so ora. Il secondo motivo, più pratico, è per il fatto che è davvero difficile tradurre in prosa le visioni che sovvengono durante certe esperienze, che sfruttano un metodo di comunicazione assai più istintivo e rapido della scrittura… questo è il mio primo tentativo e spero che il mio stile di scrittura riesca a comunicare la stessa profondità di una, fra le diverse esperienze così tanto difficili da descrivere che ho avuto, ma che tanto mi stanno arricchendo nel mio cammino.
Ebbi la visione di una quercia rigogliosa, con milioni di foglie che vibravano scosse da una brezza gentile. La Saggia Voce mi disse: “Vedi? Queste foglie sono attaccate al loro ramo. Da esso loro traggono il nutrimento che giunge dalle radici. Le foglie sono come le persone, i rami sono come gli ideali o i sentimenti che le tengono unite e che nutrono la loro forza vitale, il fusto sono gli Dei, le nostre origini… e le radici sono la Vita che tutto alimenta. Finché le foglie resteranno attaccate al ramo, esse vivranno, restituendo a loro volta altra forza vitale al ramo stesso, grazie alla luce che le illumina. I sentimenti e gli uomini si alimenteranno a vicenda sin ché ci sarà luce. I sentimenti trasporteranno il nutrimento degli uomini agli Dei e il nutrimento degli Dei agli uomini. Questa è la comunità degli uomini e degli Dei.” Ci fu silenzio e io contemplai l’albero. Una foglia si staccò dal ramo. Chiesi: “Quella foglia… quella foglia è morta?” La Saggia Voce disse: “Non ancora, non del tutto, non lo sarà mai. Quella foglia si è staccata dal ramo. Cadrà a terra e la corruzione della sua essenza comunque verrà purificata e trasformata in nuovo nutrimento dalle radici. Come un uomo che non ha più sentimenti o ideali dai quali sentirsi nutrito.” Mi sentii triste. “Non temere bambino: questo albero è speciale. Solo qui le foglie possono tornare da dove sono cadute o persino scegliere un altro ramo. Quell’uomo caduto ha ancora il tempo di scegliere.” Io sorrisi. “Qual è il senso di tutto questo? Capirò mai il suo scopo?” Non ricevetti risposta.
Solo dopo molte meditazioni su quella visione trassi la mia personale conclusione… prima di dirvi qual è stata la mia mi piacerebbe sapere qual è la vostra.
P.S.: non so se ho scelto la cartella più opportuna in cui postare questo resoconto, ma mi affido alle decisioni dei moderatori, in merito.
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Edited by elfobianco)O( - 31/1/2007, 14:34
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